Da - IL DOLOMITI - L'ingegnere affidò a Baudracco il compito di progettare il collegamento ferroviario tra Belluno e St Moritz tra il Regno d'Italia, l'Austria Ungheria la Confederazione Svizzera. Poi la guerra ha fermato tutto. Transdolomites: "La speranza è che la politica con la gente trentina a fianco non dimentichi e magari si riscopra il valore del progetto di Lanzerotti" Un trasporto eccezionale per portare il materiale rotabile da Mezzolombardo a Dermulo. Erano i primi di aprile del 1909 (foto G. Pavanello) TRENTO. Il treno del Giro d'Italia, a 110 anni di distanza, sulle orme del treno "mai nato" che secondo il progetto datato 1907 firmato dall'ingegner Lanzerotti avrebbe dovuto collegare tramite rotaia le città di Belluno e St Moritz. Sarà una tappa ricca di emozioni non solo sportive ma anche dal sapore storico e culturale quella che andrà in scena giovedì 24 sull'asse Tirano-Canazei. A ricordarlo è il presidente dell'associazione Transdolomites Massimo Girardi. La 17esima tappa, infatti, che passerà attraverso il Passo del Tonale, raggiungerà Cles, Giovo (terra di campioni come Francesco Moser e Gilberto Simoni) per poi risalire verso Cavalese e Canazei, a 110 anni di distanza ricalca fedelmente il fantastico percorso progettato dall'ingegnere originario di Romeno, Emanuele Lanzerotti (che agli inizi del ‘900 fonderà, con don Celestino Endrici e Edoardo De Carli, l’Associazione Universitaria Cattolica Trentina e che sempre ebbe nella Svizzera un modello di sviluppo per il Trentino) la cosiddetta Transdolomitica meridionale. "Correva l'anno 1907 quando l'illustre ingegnere si spese con tutte le sue forze per un ambizioso progetto tramviario - racconta Girardi - e cioè il collegamento tramite rotaia tra la città di Belluno e st. Moritz. Alla figura di questo illustre professionista si affiancò un altro illustre ingegnere, Mauro Baudracco. Nel progetto il punto centrale di tutto questo movimento ferroviario doveva diventare la città di Trento, con le altre linee ferroviarie afferenti in questo nodo. La motivazione di fondo di Lanzerotti era quella di favorire l'incremento del turismo, intercettando in parte il turismo proveniente dalla Svizzera collegando le Dolomiti con le Alpi svizzere. L'incarico di elaborare lo studio di massima fu commissionato a Baudracco che prevedeva di servirsi non solo delle ferrovie esistenti, come la Trento Malè, ma anche di quelle in avanzato stato di progettazione come la Lavis /Moena". La ferrovia, ovviamente, avrebbe dovuto scavalcare ben tre confini nazionali: quello tra Regno d'italia e Impero d'Austria Ungheria e quello con la Confederazione Svizzera. Poi ci pensò la prima guerra a sconvolgere il mondo di allora e gli amici di prima diventarono nemici con tutte le nefaste conseguenze. Gli assi ferroviari divennero degli snodi cruciali proprio sul piano bellico, per il trasporto truppe e per l'artiglieria e quindi ogni progetto che prevedeva per i treni un uso diverso da quello marziale venne accantonato. "Dell'abbandono di questa bellissima idea ne paga lo scotto tuttora il Trentino che vede la Trento Malè troncata a Mezzana e le Valli dell'Avisio prive di qualsiasi collegamento ferroviario. A 110 anni dalla formulazione di questa innovativa idea - prosegue Girardi - il Giro d'Italia con la 17esima tappa Tirano Canazei ne ricalca fedelmente questo fantastico percorso tra le Valli più belle dell'arco Alpino e come il treno che doveva percorrerle anche le biciclette dei corridori formeranno un treno variopinto a ricordo di quello che poteva essere e non fu, con una speranza però, che la politica con la gente trentina a fianco non dimentichi e magari possa riscoprire la valenza dell'idea illuminante e concreta del Lanzerotti. Nella visione del Lanzerotti e dei progetti ferroviari dell'epoca c'era un grande messaggio che si rivolgeva all'Europa. Le infrastrutture come strumento di pace e costruzione di pacifiche relazioni tra le popolazioni alpine ed europee attraverso un progetto transnazionale che scavalcava, Imperi, Regni, Confederazioni. Poi l'avvento della Prima Guerra Mondiale cancellò questi sogni". "Ebbene - conclude il presidente di Transdolomites - a distanza di tanti anni queste condizioni si vengono a riproporre. L'Europa scossa dei venti dei nazionalismi e dei sovranismi, e in parallelo la rinascita dei progetti ferroviari della Transdolomitica con obiettivi vecchi e nuovi come ad esempio l'emergenza ambientale che allora poco o niente si faceva sentire. Le infrastrutture chiamate a costruire ciò che la politica vorrebbe demolire nel nome del proprio egoismo, miopia e la ricerca di piccoli regni da governare ma allo stesso tempo improponibili. Il tunnel del San Gottardo e quello in via di realizzazione al Brennero sono portatori di un messaggio univoco, quello di unire l'Europa. Alle ferrovie di vallata il compito di unire le comunità alpine e dolomitiche".
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IL PASSATO... PRESENTE! Oss Mazzurana ed il governo austriaco progettavano con ambizione e guardavano lontano. Avevano compreso come le Dolomiti fossero le più belle montagne del mondo e che ancora non erano adeguatamente conosciute. Le vedevano come una occasione incredibile per sviluppare in Trentino l’industria del turismo di eccellenza, per portare in Fiemme il turismo internazionale: a loro avviso la ferrovia rappresentava l’investimento più idoneo per lanciare questa nuova industria e offrire, anche nelle valli, nuove opportunità di lavoro e una vita meno severa. Trento doveva essere collegata con St. Moritz, passando attraverso la valle di Non e il passo del Tonale ad occidente. Ad oriente della città si saliva in valle di Cembra, per proseguire in Fiemme fino a Predazzo, Moena, Passo San Pellegrino e scendere nell’altra capitale delle Dolomiti, Belluno. Il grande sogno collegava la città di Trento, sempre in ferrovia, con Riva e con la linea del Brennero Verona-Innsbruck. Il tratto Trento-Moena-Belluno, in omaggio alle montagne attraversate, veniva chiamato già allora “la ferrovia del Paradiso”, la transdolomitica meridionale. Filippo Traiani nel 1911 sulla rivista del Touring Club Italiano, affascinato da questa progettazione, arrivava a parlare di “industria della bellezza” e sosteneva una progettualità ferroviaria ancora più ampia: il collegamento di Moena con Cortina e Dobbiaco, con Calalzo e il Comelico, con la Val Gardena. Era gente, quella, che non solo ideava e progettava, ma realizzava. Alcune di quelle ferrovie sono diventate realtà, altre, come la Trento-Moena, sono state bloccate dalla concorrenza di Bolzano, e la Grande Guerra ha accelerato e imposto per ragioni militari la seconda soluzione, la Ora- Predazzo, realizzata tra il 1915 e il 1916, grazie al sacrificio e al lavoro di oltre 6000 uomini e 3800 prigionieri russi. QUALCUNO DORME, QUALCUNO E' BEN... PRESENTE! Ferrovie.it – Firmato il protocollo per la ferrovia delle Dolomiti Firmato il protocollo per la ferrovia delle Dolomitidi Alessandro De NardiCORTINA D’AMPEZZO (Belluno) – Sabato 13 febbraio 2016 nel Municipio ampezzano il Presidente della Giunta Regionale del Veneto Luca Zaia e il Presidente della Giunta Provinciale di Bolzano – Alto Adige Arno Kompatscher, alla presenza del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio, hanno sottoscritto il Protocollo d’intesa per lo sviluppo di un collegamento ferroviario Venezia – Val Pusteria. Con questo atto si dà avvio alla collaborazione tra gli enti firmatari e le loro società direttamente controllate (Sistemi Territoriali S.p.A. e Strutture Trasporto Alto Adige S.p.A.) per sviluppare, entro tre anni, lo studio di fattibilità per la realizzazione di una nuova linea ferroviaria a scartamento ordinario, a trazione elettrica, con velocità di tracciato minima di circa 80 km/h e massima di circa 100 km/h,raggio di curvatura minimo di 300-400 metri, pendenza massima del 35 per mille destinata al traffico passeggeri fra il Cadore e la Pusteria. Saranno così definite la domanda di trasporto dell’area dolomitica in esame e le linee guida progettuali che focalizzerano l’opera dal punto di vista delle valli che verrebbero percorse dal treno, del modello di esercizio e dell’impegno economico. Da www.ferrovie.it Firmato il protocollo per la ferrovia delle Dolomiti Il manifesto bilingue del nuovo collegamento ferroviario allo studio per la direttice Venezia – Calalzo – Cortina – Val Pusteria. Le tre linee disegnate tra la Perla delle Dolomiti e la ferrovia Fortezza/Franzenfeste – San Candido/Innichen – Lienz (A) alludono ad altri tre diversi tracciati oggetto di possibili valutazioni: con diramazione a San Lorenzo/St.Lorenzen presso Brunico/Bruneck, oppure Dobbiaco/Toblach, o Lienz. Il costo dell’opera è attualmente valutato attorno a 1.000 – 1.200 milioni di Euro, finanziabili fino al 40% attraverso fondi comunitari. 500 milioni per il tratto da Dobbiaco a Cortina d’Ampezzo. Altri 500 – 700 milioni circa per il tratto da Cortina a Calalzo, attuale capolinea della ferrovia bellunese, variabili anche in funzione del tracciato: più breve e meno costoso quello lungo la Valle del Boite che ricalcherebbe solo idealmente il tracciato della vecchia Ferrovia delle Dolomiti chiusa nel 1964; un po’ più lungo quello invece che si svolgerebbe lungo la Valle dell’Ansiei e che potrebbe risultare funzionale ad altre località d’interesse bellunesi come Auronzo di Cadore e, marginalmente, al Comèlico. Nella breve conferenza, il Presidente Kompatscher ha dichiarato che il ripristino di un collegamento ferroviario dalla Val Pusteria a Cortina e quindi a Calalzo è un progetto che guarda davvero al futuro ed è una grande oppurtunità di sviluppo sostenibile nel territorio delle Dolomiti patrimonio UNESCO. Il Presidente Zaia, dopo aver ricordato in sintesi il perduto “trenino blu” Calalzo – Cortina – Dobbiaco, ha sottolineato come quello del “Treno delle Dolomiti” sia un’idea di ampio respiro e soprattutto realizzabile. Il Ministro Delrio ha chiosato che non c’è alcuna nostalgia nel proporre progetti di questo tipo, ma si è moderni e avanzati. Rete Ferroviaria Italiana è pronta ad assistere nella progettazione. Intervenuto a un altro dibattito a Belluno poche ore dopo, Delrio ha brevemente ricordato la “terapia” della “cura del ferro” che prevede investimenti per il miglioramento delle linee ferroviarie regionali, anche con l’elettrificazione di quelle esercitate a trazione termica. E da qualche mese a questa parte di elettrificazione delle linee ferroviarie alto trevigiane e bellunesi già esistenti (Castelfranco – Montebelluna, Montebelluna - Calalzo, Conegliano – Ponte nelle Alpi) si sta parlando con insitenza sempre maggiore.
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