il libro racconta con dovizia di particolari la storia di una ferrovia che doveva essere e non lo è stata.... 25 anni di battaglie tra la città di Trento e la città di Bolzano per dirimere la questione del tracciato la dice lunga di quanto sia stato accesa la diatriba tra le due municipalità. Imboscate vere e proprie, carte bollate, ricorsi, interventi delle massime cariche dello stato a favore di questo o quel progetto, l'intervento dello stesso Imperatore e alla fine la guerra fecero propendere la bilancia a favore di Bolzano che attraverso l'Unterland si vide collegata con le valli di Fiemme e Fassa, attraendo così verso di sè gli interessi economici di entrambe le valli. L'unica sconfitta fu la Valle di Cembra, Fiemme ebbe la sua ferrovia...
Bolzano fu soddisfatta, Trento si consolò con la già costruita Trento/Malè. Le speranze di un'intera Valle caddero nel vuoto, interi paesi della Val di Cembra si svuotarono, gli abitanti che vedevano nella ferrovia l'unico mezzo per dare occasioni di lavoro e dunque motivo per rimanere andarono così ad alimentare un'emigrazione già di per sè numerosa, dapprima verso le Americhe e poi verso i paesi Europei. La Valle di Cembra paga tutt'ora la mancata costruzione della linea ferroviaria che la doveva congiungere in maniera del tutto naturale con le Valli di Fiemme e Fassa. Il sottosviluppo ed un economia troppo legata all'agricoltura che qui si dice "eroica" per le difficoltà intrinseche legate al territorio con il turismo che con l'avvento dei binari poteva essere una componente di sviluppo e la nascita di piccole attività industriali ed artigianali che potevano dare lavoro alla popolazione locale non si sono potute esprimere. Leggere questo libro apre uno spaccato di storia che a fine '800 inizi '900 coinvolse i nostri territori e ci fa capire di quanto le generazioni passate siano state capaci di lottare per un'deale concreto come quello della ferrovia. Nel 1963 dopo 45 anni di servizio la Ora/Predazzo venne dismessa e come dovesse sottostare alla dura legge del contrappasso anche la Val di Fiemme si dovette arrendere e rinunciare alla sua ferrovia. In questo periodo si sta rilanciando l'idea di una ferrovia che partendo da Trento, solcando le valli di Cembra, Fiemme e Fassa arrivi fino ad Alba di Canazei. Corsi e ricorsi storici la storia che è maestra di vita ci insegna che solo con la collaborazione tra i territori si potrà costruire qualcosa di nuovo e duraturo e che quando la ferrovia diventerà finalmente realtà e che sarà la ferrovia dei territori, sarà molto più duro togliercela, perchè a differenza della Ora/Predazzo nel 1963 dove solo la Val di Fiemme timidamente fece resitenza, ci sarà un'intera vallata, se non l'intero Trentino a difendere la SUA ferrovia.
il libro si può richiederlo direttamente scrivendo su questo sito (contatti)
estratto dal libro ... (conclusioni)
.... ai personaggi più conosciuti come gli Oss Mazzurana, Tambosi, De Pretis, Riccabona e Lanzerotti abbiamo affiancato con onore i nostri eroi: gli allora Podestà del basso Avisio, uno su tutti il Podestà di Lavis Dalmaso, l'Avvocato Pasolli, determinato nell'inseguire il suo ed il sogno di molti "cembrani", ed il clero che come non mai in quel periodo era particolarmente vivace, come non citare allora don Canestrini, don Conci, don Pojer, don Sommavilla e don Paolazzi. Gli eroi non sono quelli che vincono le battaglie, ma quelli che con lealtà, laboriosità, tenacia e lungimiranza provano a vincerle, nonostante tutto, nonostante il risultato finale. Alcune persone ci chiedono come mai la tramvia Avisiana non sia stata costruita e come mai la ferrovia della Valle di Fiemme sia stata smantellata dopo appena 45 anni d'esercizio. A queste domande non c'è una sola risposta ma ve n'è più d'una chiuse all'interno delle pieghe della storia! Un fatto però è certo che nessuno può imputare alle persone della nostra comunità, dai più nobili alle persone più umili di non averci provato, con tutte le loro forze anche le più recondite. affinché la rotaia venga posata nelle terre del basso Avisio.
Bolzano fu soddisfatta, Trento si consolò con la già costruita Trento/Malè. Le speranze di un'intera Valle caddero nel vuoto, interi paesi della Val di Cembra si svuotarono, gli abitanti che vedevano nella ferrovia l'unico mezzo per dare occasioni di lavoro e dunque motivo per rimanere andarono così ad alimentare un'emigrazione già di per sè numerosa, dapprima verso le Americhe e poi verso i paesi Europei. La Valle di Cembra paga tutt'ora la mancata costruzione della linea ferroviaria che la doveva congiungere in maniera del tutto naturale con le Valli di Fiemme e Fassa. Il sottosviluppo ed un economia troppo legata all'agricoltura che qui si dice "eroica" per le difficoltà intrinseche legate al territorio con il turismo che con l'avvento dei binari poteva essere una componente di sviluppo e la nascita di piccole attività industriali ed artigianali che potevano dare lavoro alla popolazione locale non si sono potute esprimere. Leggere questo libro apre uno spaccato di storia che a fine '800 inizi '900 coinvolse i nostri territori e ci fa capire di quanto le generazioni passate siano state capaci di lottare per un'deale concreto come quello della ferrovia. Nel 1963 dopo 45 anni di servizio la Ora/Predazzo venne dismessa e come dovesse sottostare alla dura legge del contrappasso anche la Val di Fiemme si dovette arrendere e rinunciare alla sua ferrovia. In questo periodo si sta rilanciando l'idea di una ferrovia che partendo da Trento, solcando le valli di Cembra, Fiemme e Fassa arrivi fino ad Alba di Canazei. Corsi e ricorsi storici la storia che è maestra di vita ci insegna che solo con la collaborazione tra i territori si potrà costruire qualcosa di nuovo e duraturo e che quando la ferrovia diventerà finalmente realtà e che sarà la ferrovia dei territori, sarà molto più duro togliercela, perchè a differenza della Ora/Predazzo nel 1963 dove solo la Val di Fiemme timidamente fece resitenza, ci sarà un'intera vallata, se non l'intero Trentino a difendere la SUA ferrovia.
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estratto dal libro ... (conclusioni)
.... ai personaggi più conosciuti come gli Oss Mazzurana, Tambosi, De Pretis, Riccabona e Lanzerotti abbiamo affiancato con onore i nostri eroi: gli allora Podestà del basso Avisio, uno su tutti il Podestà di Lavis Dalmaso, l'Avvocato Pasolli, determinato nell'inseguire il suo ed il sogno di molti "cembrani", ed il clero che come non mai in quel periodo era particolarmente vivace, come non citare allora don Canestrini, don Conci, don Pojer, don Sommavilla e don Paolazzi. Gli eroi non sono quelli che vincono le battaglie, ma quelli che con lealtà, laboriosità, tenacia e lungimiranza provano a vincerle, nonostante tutto, nonostante il risultato finale. Alcune persone ci chiedono come mai la tramvia Avisiana non sia stata costruita e come mai la ferrovia della Valle di Fiemme sia stata smantellata dopo appena 45 anni d'esercizio. A queste domande non c'è una sola risposta ma ve n'è più d'una chiuse all'interno delle pieghe della storia! Un fatto però è certo che nessuno può imputare alle persone della nostra comunità, dai più nobili alle persone più umili di non averci provato, con tutte le loro forze anche le più recondite. affinché la rotaia venga posata nelle terre del basso Avisio.